C’è una frase ricorrente, un modo di dire spesso abusato in quest’angolo meraviglioso di Vecchio Piemonte, che ci accompagna da sempre aiutandoci, non certo a risolvere i problemi, ma a provare a nasconderli poggiando sulla solidità dell’esperienza; non ci scampa certo dalle difficoltà, ma ci consola anche di fronte alle cose più impreviste e sconosciute. Questo motto è “l'uma sempre fait parei…” (abbiamo sempre fatto così..).
Il problema si pone quando questo che è un sano atteggiamento tattico passa per l’espressione della tradizione, come sinonimo di trasmissione nel tempo della memoria, delle usanze, dei costumi, delle pratiche condivise da un gruppo di persone all'interno di un campo di attività.
Credo non sia più il tempo di crogiolarsi dentro questa bambagia! La rapidità con cui evolvono le situazioni, cambiano i gusti si modificano gli strumenti e le tecniche, ci impone una doppia sfida: consolidare la tradizione ed i suoi valori, per ritrovare in essa le nostre ragioni identitarie, ma al tempo stesso accogliere con spirito positivo il nuovo che avanza.
La XXII edizione della Fiera della Toma si è aperta sabato 1 ottobre all’insegna di questa sfida, quella stessa sfida annunciata fin dall’inizio con l’abbinamento toma e blog (http://fieratomacondove.blogspot.com/): solo in apparenza il binomio appare inconciliabile. Ad oggi sono oltre un migliaio i consultatori del blog, 8 i paesi esteri di provenienza, centinaia di pagine consultate ogni giorno: mai così tanto interesse, così diffuso e così a basso costo….
Sul fronte dei valori della tradizione abbiamo aperto la manifestazione in uno dei luoghi più cari al nostro pubblico, forse il più ricco di storia e di arte (la Chiesa di S. Rocco) e l’abbiamo fatto con il meglio dei nostri paesaggi alpini, meravigliosamente interpretati dalla sensibilità artistica di Giorgia Allais e con le eccezionali intuizioni di Luca Germena.
Il nuovo è venuto subito dopo con la gogliardia, l’allegria, la coralità dell’Associazione Commercianti e Artigiani che ha saputo chiamare in piazza uno stuolo di buongustai e amanti del saper vivere in compagnia, con l’accoppiata toma e vino, di sicuro successo.
Più che “l'e' nen 'l cas d' cambie' landa” (non è il caso di cambiare), che si respira quando si parte da una manifestazione di successo, si è veramente girato pagina: il Vespa Club ha riempito la serata di domenica 2 con la sua eccentricità coinvolgente, l’approccio dissacrante e provocatorio (“gumi tuma”) proponendo ancora novità (gara di mangiatori di ricotta) e tradizione (formaggio), mentre l’Associazione Anti Incendi Boschivi, con Parco Orsiera e ONAF, ha curato la continuità del mestiere di casaro con un corso aperto a tutti.
Ci avviciniamo così al momento centrale che vuole in piazza la conferma di un prodotto – la toma – magica espressione della nostra tradizione pastorale, che deve però aprirsi al confronto se vuole superare i ristretti confini di valle e far assurgere la fiera a manifestazione regionale.
Proponiamo quest’anno una degustazione (Toma Pass) aperta al grande pubblico in cui la “regina”, nelle sue migliori forme, si accompagna al miele e confetture della nostra valle per farsi apprezzare appieno, innaffiata da altrettanti vini selezionati.
E se tradizione servisse, quale strumento più tradizionale del “rundun” per scandire il lento scorrere del tempo nei pascoli montani? Ne avremo oltre 300 in magnifica esposizione lungo via Roma! Opere d’arte, semplici campanacci, oggetti di valore e pezzi di storia dal puro valore affettivo…
C’è dell’altro ancora ma, com’è tradizione, la vera novità si scoprirà solo partecipando.
Nessun commento:
Posta un commento