domenica 23 ottobre 2011

La Fiera 2011 in numeri

Il successo di una manifestazione fieristica alla fine, al di là delle sensazioni che ognuno soggettivamente si porta a casa, si giudica oggettivamente nei numeri.
Da questo punto di vista il fatto stesso che si sia alla XXII edizione già depone positivamente ed è un innegabile vanto di chi ne ha curato sistematicamente l'organizzazione; ma parliamo appunto di quest'ultima edizione...
E' stata la prima edizione promossa attraverso la rete: 4265 internauti hanno consultato il sito http://fieratomacondove.blogspot.com, provenendo da svariati paesi, anche imprevedibili: Italy4.029,United States 60,Germany 58,United Kingdom 38,France 18,Russia 10,Belgium 9,Switzerland 9,Poland 3,Singapore3.
2500 vetture sono state accolte negli appositi parcheggi nel solo pomeriggio (dalle 14 alle 17) della domenica, altrettante hanno dovuto cercare parcheggi di emergenza, a volte anche in situazioni critiche per la viabilità (70 le contravvenzioni elevate per sosta in zone a rischio) .
250 gli espositori attesi nel solo ambito della fiera, in aggiunta al tradizionale mercatino dell'usato, provenienti per oltre il 25% da fuori provincia. Questo fatto tra l'altro ci consente di meritare a pieno titolo dal prossimo anno l'appellativo di "Fiera Regionale".
Oltre 20mila i visitatori nel solo giorno della domenica, attratti dal complesso di tutte le iniziative e dal prodotto principe "La Toma". Alcune centinaia di visitatori hanno approfittato anche con piacere della nuova iniziativa della degustazione (Toma Pass), apprezzatissima da parte dei produttori come ulteriore veicolo di conoscenza del prodotto (toma, vino, miele, pane) e di vendita.
Per la prima volta in esposizione nell'ambito della fiera oltre 400 campanacci esposti a cura di una trentina fra margari e produttori: pezzi unici di un artigianato specifico e simboli di una tradizione ultrasecolare che si riconferma ogni giorno.
Comunque la si guardi è stata un successo..

ARRIVEDERCI ALLA XXIII EDIZIONE....CONTINUATE A SEGUIRCI SUL BLOG!

martedì 4 ottobre 2011

SOSTENERE LA TRADIZIONE, INNOVANDO


C’è una frase ricorrente, un modo di dire spesso abusato in quest’angolo meraviglioso di Vecchio Piemonte, che ci accompagna da sempre aiutandoci, non certo a risolvere i problemi, ma a provare a nasconderli poggiando sulla solidità dell’esperienza; non ci scampa certo dalle difficoltà, ma ci consola anche di fronte alle cose più impreviste e sconosciute. Questo motto è “l'uma sempre fait parei…” (abbiamo sempre fatto così..).
Il problema si pone quando questo che è un sano atteggiamento tattico passa per l’espressione della tradizione, come sinonimo di trasmissione nel tempo della memoria, delle usanze, dei costumi, delle pratiche condivise da un gruppo di persone all'interno di un campo di attività.
Credo non sia più il tempo di crogiolarsi dentro questa bambagia! La rapidità con cui evolvono le situazioni, cambiano i gusti si modificano gli strumenti e le tecniche, ci impone una doppia sfida: consolidare la tradizione ed i suoi valori, per ritrovare in essa le nostre ragioni identitarie, ma al tempo stesso accogliere con spirito positivo il nuovo che avanza.
La XXII edizione della Fiera della Toma si è aperta sabato 1 ottobre all’insegna di questa sfida, quella stessa sfida annunciata fin dall’inizio con l’abbinamento toma e blog (http://fieratomacondove.blogspot.com/): solo in apparenza il binomio appare inconciliabile. Ad oggi sono oltre un migliaio i consultatori del blog, 8 i paesi esteri di provenienza, centinaia di pagine consultate ogni giorno: mai così tanto interesse, così diffuso e così a basso costo….
Sul fronte dei valori della tradizione abbiamo aperto la manifestazione in uno dei luoghi più cari al nostro pubblico, forse il più ricco di storia e di arte (la Chiesa di S. Rocco) e l’abbiamo fatto con il meglio dei nostri paesaggi alpini, meravigliosamente interpretati dalla sensibilità artistica di Giorgia Allais e con le eccezionali intuizioni di Luca Germena.
Il nuovo è venuto subito dopo con la gogliardia, l’allegria, la coralità dell’Associazione Commercianti e Artigiani che ha saputo chiamare in piazza uno stuolo di buongustai e amanti del saper vivere in compagnia, con l’accoppiata toma e vino, di sicuro successo.
Più che “l'e' nen 'l cas d' cambie' landa” (non è il caso di cambiare), che si respira quando si parte da una manifestazione di successo, si è veramente girato pagina: il Vespa Club ha riempito la serata di domenica 2 con la sua eccentricità coinvolgente, l’approccio dissacrante e provocatorio (“gumi tuma”) proponendo ancora novità (gara di mangiatori di ricotta)  e tradizione (formaggio), mentre l’Associazione Anti Incendi Boschivi, con Parco Orsiera e ONAF, ha curato la continuità del mestiere di casaro con un corso aperto a tutti.
Ci avviciniamo così al momento centrale che vuole in piazza la conferma di un prodotto – la toma – magica espressione della nostra tradizione pastorale, che deve però aprirsi al confronto se vuole superare i ristretti confini di valle e far assurgere la fiera a manifestazione regionale.
Proponiamo quest’anno una degustazione (Toma Pass) aperta al grande pubblico in cui la “regina”, nelle sue migliori forme, si accompagna al miele e confetture della nostra valle per farsi apprezzare appieno, innaffiata da altrettanti vini selezionati.
E se tradizione servisse, quale strumento più tradizionale del “rundun” per scandire il lento scorrere del tempo nei pascoli montani? Ne avremo oltre 300 in magnifica esposizione lungo via Roma! Opere d’arte, semplici campanacci, oggetti di valore e pezzi di storia dal puro valore affettivo…

C’è dell’altro ancora ma, com’è tradizione, la vera novità si scoprirà solo partecipando.

lunedì 26 settembre 2011

NON C'E' SOLO FORMAGGIO ..............

Per tutta la settimana precedente dal 1° di Ottobre e durante la Fiera saranno aperte e visitabili alcune esposizioni d'arte (fotografie, sculture, ricami) nei luoghi più rappresentativi del paese (Chiesa di S. Rocco, Salone della Biblioteca).
Eccone un esempio, se vai al link  http://www.facebook.com/event.php?eid=282300825129570

sabato 24 settembre 2011

Ricette col Formaggio (meglio se Toma)

Mezze penne con Toma di Condove:

Ingredienti
Ingredienti (per 4 persone)
350 grammi di mezze penne integrali, di segale o farro
2 patate medie
cipolla o porro (a scelta)
70 grammi di salumi (pancetta, prosciutto crudo o salame)
200 grammi di Toma rigorosamente di Condove, piuttosto fresca non troppo stagionata
olio di oliva
burro
sale e pepe nero appena macinato q.b.
Istruzioni
Affettare sottilmente la cipolla, soffriggere leggermente in olio e burro. Aggiungere i salumi tagliati a listarelle e lasciare insaporire, per alcuni istanti
Portare ad ebollizione le patate, unendo per la cottura nella stessa pentola, la pasta
Scolare oltre breve cottura (conservando un bicchiere d’acqua); ai salumi soffritti in precedenza, unire patate e pasta, mescolare a fuoco lento ed aggiungere la Toma di Condove a dadini
Pepare, rimestare, porre un coperchio e lasciare riposare per alcuni minuti, a fuoco spento
Infine, stemperare con acqua di cottura della pasta intiepidita e servire.


N.B.: Potete provare anche con altre tome, non sarà mai la stessa!

giovedì 22 settembre 2011

Ricamo Bandera Vallesusa

Avremo  il piacere di avere con noi alla Fiera della Toma:
 Ricamo Bandera
Vallesusa
via Castello, 1
10050 San Giorio di Susa (To)
Info: 340/2903239


Sabato 8 ottobre dalle 10 alle 18
Domenica 9 ottobre dalle 10 alle 18


Nella splendida cornice del Salone della Biblioteca
Del Comune di Condove

verranno esposti i manufatti in Ricamo Bandera
eseguiti dalle allieve dei diversi corsi
della Valle di Susa

tratti dai disegni del compianto
Maestro Ferruccio Croce


Per celebrare il 150 anni dell’ Unità d’Italia
verrà esposto il Pannello commemorativo

“Sul filo dell’Italia Unita”

proveniente da Palazzo Reale di Torino
 ed eseguito dalle sei scuole di Bandera
del Piemonte





 

domenica 18 settembre 2011

LA “FIERA della TOMA”, UN IDEA DI SVILUPPO

Caro Visitatore,

mi piace spesso sottolineare che abbiamo un territorio caratterizzato da una orografia piuttosto vivace, rappresentato per il 94% da montagna su cui si distribuiscono 75 borgate: questo crea un affascinante contesto paesaggistico che attira turisti e amanti della natura.
Dobbiamo però arginare il progressivo spopolamento di queste aree ed arrestare il decadimento del sottile equilibrio tra uomo e ambiente derivante dal mancato presidio e utilizzo del territorio. E’ necessario quindi individuare tutti gli strumenti utili affinché si possa rilanciare l’economia montana attuando una politica di sviluppo orientata alla ricostruzione del tessuto sociale.
Si comincia quindi, da subito, a delineare in tal senso la vera fisionomia della “Fiera della Toma” che vogliamo ottenere: un misto di attenzione allo sviluppo economico del territorio, basato sulle attività tradizionali e sul prodotto principe, la Toma appunto, e di socialità ricostruita e diffusa a tutti i livelli.

Nell’organizzarla, pertanto, abbiamo adottato un’articolata strategia d’intervento in grado di perseguire gli obiettivi primari del sostegno all’economia, della valorizzazione del nostro territorio e del rafforzamento della socialità: un percorso imprenditoriale autonomo e sostenibile può essere un’alternativa all’abbandono del territorio e alla precarietà del posto di lavoro.

I pascoli, una superficie di 2150 ettari, e i relativi alpeggi sono senz’altro una risorsa, ma occorre integrare le attività principali di allevamento del bestiame con il sostegno dei prodotti tipici, con il rafforzamento della capacità di vendita e con l’avvio, in parallelo, di attività innovative congeniali al territorio (es. sfruttamento delle biomasse).

La Fiera quindi, sotto questo profilo, diventa uno degli strumenti attraverso cui favorire l’economia montana. Sostenibilità economica e tutela del territorio sono due momenti sinergici di un circolo virtuoso che ha sicuramente ricadute positive su tutta la collettività.
Il secondo fronte importante della manifestazione del 2011, infatti, è quello della cooperazione: è stato fondamentale lavorare per lo sviluppo della Fiera come un vero e proprio “Sistema Comunale”, con un approccio basato sulla partecipazione di tutti i soggetti, direttamente ed indirettamente coinvolti.

Il Comune ha sostenuto molto questo “progetto finalizzato” in cui ogni associazione ha deciso di contribuire al successo della manifestazione con creatività e dedizione. L’attuale edizione è vissuta come un “Laboratorio” mediante il quale sviluppare e consolidare le sinergie tra i diversi soggetti coinvolti e creare un sistema di collaborazione permanente. Molte Associazioni hanno abbracciato con entusiasmo l’idea di concorrere, nel rispetto delle proprie prerogative,  al successo di un’iniziativa comune.

I primi risultati sono già visibili: 9 giorni di avvenimenti, un sensibile allargamento di partecipazione specialmente fuori provincia, un sistema di promozione ampio e diversificato con l’obiettivo di allargare il pubblico dei visitatori.

domenica 11 settembre 2011

Esposizione di Campanacci


La pratica di legare una campana al collo dei bovini è molto antica : è attestata nelle Alpi fin dall’epoca gallo-romana. Già nel 1464 il vescovo di Aosta si lamentava del disordine causato, durante il carnevale,da gruppi mascherati con dei “tintinnabula vaccarum”. I campanacci hanno dimensioni differenti e la forma cambia da un artigiano all’altro: più o meno bombata, più o meno arrotondata sui lati, più o meno lunga.  Il carattere artigianale dell’opera fa sì che non ci possano essere due campanacci identici.

Bisogna distinguere tra le campane "da festa" e "da transumanza", quelle usate più che altro per farsi sentire, per annunciare la transumanza, la salita o la discesa dall'alpe. I montanari sono soliti abbellire i campanacci "da festa" con brevi versi che esprimono, spesso, un animo poetico.
Le campane "da pascolo", viceversa, servono agli animali per sentirsi gli uni con gli altri (specie in caso di nebbia) e più ancora all'allevatore per individuare dove sono (più che mai per le capre e le pecore) quando sono in montagna. Quando si sono persi degli animali, li si va a cercare chiamandoli e magari agitando una campana, così che questi la sentano e vengano in direzione del suono

La scelta del campanaccio da parte dell’allevatore è un’operazione lunga e delicata, soprattutto se l’acquisto riguarda le grandi occasioni.  Come il numero di mucche possedute, la qualità dei campanacci è un chiaro simbolo dell’importanza dell’allevatore. Rivela l’agiatezza e la competenza dell’allevatore, poiché un buon allevatore deve conoscere non solo il bestiame, ma anche i campanacci.

I campanacci sono conservati con cura. «Un contadino che ha cura dei suoi campanacci e li attacca solidamente sa fare bene il suo lavoro», dichiara un allevatore Un buon pastore deve avere l’orecchio fine e sapere, all’occorrenza, riconoscere il suono di una campana nel concerto di una mandria scampanellante.”  Ogni allevatore mette insieme le campane per la sua mandria secondo i suoi gusti. La ricchezza e la varietà della batteria, che deve includere tutta la gamma, determinano l’armonia dell’orchestra.