domenica 11 settembre 2011

Esposizione di Campanacci


La pratica di legare una campana al collo dei bovini è molto antica : è attestata nelle Alpi fin dall’epoca gallo-romana. Già nel 1464 il vescovo di Aosta si lamentava del disordine causato, durante il carnevale,da gruppi mascherati con dei “tintinnabula vaccarum”. I campanacci hanno dimensioni differenti e la forma cambia da un artigiano all’altro: più o meno bombata, più o meno arrotondata sui lati, più o meno lunga.  Il carattere artigianale dell’opera fa sì che non ci possano essere due campanacci identici.

Bisogna distinguere tra le campane "da festa" e "da transumanza", quelle usate più che altro per farsi sentire, per annunciare la transumanza, la salita o la discesa dall'alpe. I montanari sono soliti abbellire i campanacci "da festa" con brevi versi che esprimono, spesso, un animo poetico.
Le campane "da pascolo", viceversa, servono agli animali per sentirsi gli uni con gli altri (specie in caso di nebbia) e più ancora all'allevatore per individuare dove sono (più che mai per le capre e le pecore) quando sono in montagna. Quando si sono persi degli animali, li si va a cercare chiamandoli e magari agitando una campana, così che questi la sentano e vengano in direzione del suono

La scelta del campanaccio da parte dell’allevatore è un’operazione lunga e delicata, soprattutto se l’acquisto riguarda le grandi occasioni.  Come il numero di mucche possedute, la qualità dei campanacci è un chiaro simbolo dell’importanza dell’allevatore. Rivela l’agiatezza e la competenza dell’allevatore, poiché un buon allevatore deve conoscere non solo il bestiame, ma anche i campanacci.

I campanacci sono conservati con cura. «Un contadino che ha cura dei suoi campanacci e li attacca solidamente sa fare bene il suo lavoro», dichiara un allevatore Un buon pastore deve avere l’orecchio fine e sapere, all’occorrenza, riconoscere il suono di una campana nel concerto di una mandria scampanellante.”  Ogni allevatore mette insieme le campane per la sua mandria secondo i suoi gusti. La ricchezza e la varietà della batteria, che deve includere tutta la gamma, determinano l’armonia dell’orchestra.

2 commenti:

  1. Siamo un gruppo di pensionati del canavese (Cuorgnè) e come ogni anno affittiamo un pulmino per venire alla fiera della toma. Grande delusione, ma cosa è successo alla vecchia fiera? In un attimo disorientamento totale. Domandando alle persone del posto ci è stato detto che è cambiata l'organizzazione. Beh, è stata sicuramente stata l'ultima volta che veniamo. Peccato davvero.

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  2. Gentilissimi ed affezionati visitatori,
    non so con quale scopo veniste a Condove alla Fiera della Toma, ma se era per la Toma (come dovrebbe essere) o per tutto quanto le sta intorno, mai come quest'anno avreste dovuto trovarvi bene!
    Più espositori, più iniziative, più cose da vedere ed apprezzare...forse anche più gente intorno (e questo non sempre piace).
    Sono pensionato anch'io, ma non ho ancora rinunciato all'idea che il mondo cambia e che nel nuovo sta la ragione di vivere. Non riesco neanche a dire “l'uma sempre fait parei…” (abbiamo sempre fatto così..).

    Tornate l'anno prossimo: la troverete ancora cambiata, con più banchi di formaggio, più iniziative in tema, più gente e più divertimento.... serve una cosa sola: guardare avanti che l'acqua passata non macina più!

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