E’ risaputo che si viaggia per soddisfare una serie di bisogni differenti.
Uno tra questi è la voglia di appropriarsi della vera essenza del luogo in cui
si va, con i suoi costumi, le sue abitudini, le sue tradizioni … anche
culinarie.
Tra gli elementi più accattivanti, un ruolo centrale è ricoperto dal
prodotto tipico locale. Puntare sul turismo enogastronomico è quindi anche
salvaguardare la specificità del prodotto: è su questo piano infatti che si
gioca il conflitto tra dimensione globale e quella locale.
E’ paradossale, ma
nell’era della globalizzazione e quindi
nella presunta dissoluzione di identità locali, tutto ciò che si presenta con
una certa specificità territoriale, acquista valore.
Riflessione azzeccata! E' vero, nell’accezione più classica il comparto turistico è costituito da un insieme di settori che contribuiscono a formare i prodotti turistici offerti.
RispondiEliminaIn definitiva, bisogna considerare il turismo come un fenomeno trasversale alla società globale, in quanto ne caratterizza tutte le branche economiche, senza che tuttavia sia possibile isolarlo e studiarlo come mercato a sé stante. Esso dunque si trasforma con la società, al ritmo sempre più frenetico dettato dall’incessante progresso tecnologico in atto.
La determinazione del valore che un soggetto attribuisce ad un bene in quanto ne trae piacere dal suo uso (ofelimità)può dar luogo ad una domanda molto articolata. Oggi, quindi, il prodotto turistico viene identificato come un paniere di beni e servizi diversi accomunati solo dal tipo di bisogno soddisfatto. In tal senso la Toma rappresenta perfettamente il nuovo trend. La tendenza sempre maggiore verso la frammentazione dei periodi, e quindi verso la micro-vacanza come atto di consumo neppure tanto durevole, fa sì che una vacanza per essere davvero tale deve rompere con il quotidiano, occorre che la micro-vacanza riesca ad essere “breve ma intensa”. Non è quindi sufficiente che vi siano dei beni e/o dei servizi, occorre che tali beni/servizi siano desiderati (vendere l’emozione). Occorre pertanto ripensare il modo di vivacizzare l’attrattività turistica di un territorio, partendo dal presupposto che vendere il prodotto turistico non è vendere un singolo prodotto ma tutte le cose insieme all’intero territorio con tutte le sue caratteristiche. Viva la Toma, se può essere un blasone per Condove